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città di firenze

Quel 14 maggio 1865

Il 2015 non segna solo il 750° anniversario della nascita di Dante. Coincide infatti con un’altra fondamentale ricorrenza: 150 anni dal trasferimento della capitale del neonato Regno d’Italia da Torino a Firenze. In realtà la permanenza della capitale nella nostra città durò solo sei anni ma nulla allora faceva presagire che la ‘questione romana’, grazie anche a fortunate coincidenze internazionali (la guerra franco-prussiana del 1870 e la catastrofica sconfitta del secondo impero bonapartista, gran protettore del papato), potesse risolversi tanto rapidamente determinando l’inevitabile scelta della ‘città eterna’ come centro del nuovo stato unitario.
Di tutto questo non c’era alcuna avvisaglia quel 14 maggio del 1865, quando in piazza Santa Croce venne inaugurato il monumento a Dante Alighieri. Firenze era stata individuata, per il suo prestigio e la sua collocazione geografica, come il luogo ideale dove trasferire il potere per togliere al regno sabaudo lo sbilanciamento ‘piemontese’ e ‘nordista’ e la celebrazione del ‘sommo poeta’ rappresentava un’occasione formidabile per legittimare e sacralizzare la nuova capitale. Non a caso alla cerimonia presenziava il sovrano Vittorio Emanuele II°, a sottolineare l’assunzione di Dante a fondamento dell’identità nazionale, sia per la capacità di trasformare la lingua ‘volgare’ in uno straordinario strumento espressivo che per la rivendicazione politica di una Italia in grado di superare i particolarismi e di riscattarsi dalla soggezione alle grandi potenze.
A cementare questo patto fondativo sfilano in piazza quel giorno i gonfaloni di tutte le città italiane con un effetto scenografico di grande suggestione che verrà richiamato anche nelle celebrazioni in programma quest’anno.
Il monumento raffigura un Dante decisamente accigliato, con uno sguardo carico di rimprovero e recriminazione ed è questo il motivo per cui l’opera, originariamente commissionata dal municipio di Ravenna (la città che accoglie le spoglie di Dante, in perenne competizione con Firenze nella gestione della memoria del poeta), era stata bocciata dalle autorità vaticane (Ravenna e l’intera Emilia Romagna appartenevano allo Stato Pontificio) timorose che quella espressione corrucciata potesse essere interpretata come un invito alla sovversione. L’artefice è lo scultore Enrico Pazzi e la collocazione, al centro di piazza di Santa Croce rappresentava un evidente omaggio alla omonima basilica e al pantheon di glorie nazionale lì sepolte che avevano ricevuto nei ‘Sepolcri’ del Foscolo una celebrazione intrisa di istanze romantiche e patriottiche.
Da quella posizione Dante si sarebbe mosso solo un secolo dopo, nel 1967, quando la statua venne spostata sul lato sinistro del sagrato della basilica. Due anni prima l’immagine di Dante affiorante da una piazza completamente invasa da oltre tre metri di acqua aveva fatto il giro del mondo, segnalando l’immane tragedia che si era abbattuta su Firenze il 4 novembre del 1966: l’alluvione. Quel volto arcigno e combattivo che sovrastava le acque minacciose aveva rappresentato in quella circostanza la determinazione e la voglia di riscatto dei fiorentini, un popolo propenso a dare il meglio di sé nelle situazioni più svantaggiare. E chi meglio di Dante poteva simboleggiare questo talento?

Archivio storico del Comune di Firenze

Il "Giornale del Centenario di Dante Allighieri" si pubblicò in Firenze dal febbraio 1864 al giugno 1865 e preparava la solennità nazionale della nascita di Dante, visto come padre della lingua e quindi, indirettamente, come padre della Nazione che, con il Risorgimento si era costituita in Stato. Lo spostamento della capitale a Firenze - ancorché determinato da fattori di politica internazionale e non cercato (e anzi temuto) dalla classe dirigente toscana che, con la pacifica rivoluzione del 27 aprile 1859, aveva dato un contributo determinante alla costruzione dello stato unitario - sanciva implicitamente il legame fra lingua e nazione e quindi il ruolo nazionale di Firenze e della Toscana.

Frontespizio e illustrazioni tratte dal "Giornale del Centenario di Dante Allighieri" del 10 maggio 1865

Frontespizio del "Giornale del Centenario di Dante Allighieri" del 20 maggio 1865

Illustrazione tratta dal "Giornale del Centenario di Dante Allighieri" del 10 maggio 1865

Illustrazione tratta dal "Giornale del Centenario di Dante Allighieri" del 10 maggio 1865

Illustrazione tratta dal "Giornale del Centenario di Dante Allighieri" del 10 maggio 1865

Illustrazione tratta dal "Giornale del Centenario di Dante Allighieri" del 10 maggio 1865

Programma festeggiamenti del maggio 1865

Veduta di piazza di Santa Croce il 14 maggio 1865

in cui veniva inaugurata la statua di Dante Alighieri da S. M. Vittorio Emanuele II° Re d'Italia commemorando il sesto Centenario del divino poeta - Dono ai sottoscrittori dell'Album Il Centenario di Dante Alighieri pubblicato a favore della Pia casa di Lavoro in Firenze
Stampa, disegno su carta opaca a litografia, acquerello; mm. 479 x 654 di: Dressler O.

Copertina della "Relazione della Commissione Governativa eletta a verificare il fatto del ritrovamento delle ossa di Dante a Ravenna" del 1865

La Relazione della commissione governativa eletta a verificare il fatto del ritrovamento delle ossa di Dante in Ravenna fa parte di un fascicolo in cui è contenuto il carteggio fra il sindaco di Ravenna, quello di Firenze e il Ministro dell’Istruzione pubblica relativo al ritrovamento di una cassetta con l’iscrizione “Dantis ossa” datata 1677, avvenuto il 27 maggio 1865 durante la demolizione di parte di un’antica cappella presso il sepolcro di Dante a Ravenna.
Il fascicolo - contenuto in ASCFI, CA 1358 - è stato esposto come prestito alla mostra "Una volta nella vita" allestita a Palazzo Pitti nel 2013.